L’estate è il periodo di massimo splendore per la gran parte delle nostre piante, che si rivestono di colori sgargianti e si ricoprono di fiori. Nel contempo, però, sopraggiungono insetti e parassiti, che ne compromettono la salute. Purtroppo questo binomio è inevitabile ed indissolubile poiché proprio i colori sgargianti e i profumi li attirano inevitabilmente. Potrà sembrare strano ma l’insetto e il fiore hanno un legame stretto; se rimanessero prive di insetti, l’80% del le piante da fiore scomparirebbero dal nostro pianeta. I fiori hanno bisogno degli insetti per riprodursi: senza il loro aiuto resterebbero in maggioranza sterili.

FUNGHI

OIDIO: Si presenta sotto forma di macchie biancastre (è infatti chiamato comunemente “mal bianco”) sulle foglie, e provoca il disseccamento degli apici, limitando così la crescita della pianta. Il suo sviluppo avviene tra la primavera e l’autunno quando le temperature e l’umidità sono elevate, essendo favorito dallo scarso arieggiamento.

Prevenzione: asportare sempre le foglie malate cadute alla base delle piante; limitare le concimazioni che infittiscono eccessivamente la pianta internamente; intervenire con potature estive per favorire la circolazione dell’aria; utilizzare lo zolfo, in particolare la Pasta di Caffaro dalla tarda primavera in poi. (circa ogni 15 giorni).

Cura: eseguire il trattamento ai primi sintomi e ripetere il trattamento dopo una settimana; usare prodotti sistemici, per esempio BAYCOR della Bayer. Il trattamento andrebbe eseguito su foglia asciutta (al calare del sole) bagnando bene la vegetazione, soprattutto gli apici.

TICCHIOLATURA: Come gran parte delle malattie fungine, è favorita dall’umidità sulle foglie associata alle basse temperature (pioggia, nebbia). I danni, frequenti in primavera e autunno, consistono in macchie nere che vanno ingrandendosi, fino all’ingiallimento e alla caduta delle foglie.

Prevenzione: eseguire trattamenti con Pasta Caffaro

Cura: fare un trattamento con DELAN WG della BASF, mescolandolo con Pasta Caffaro, durante le ore fresche della mattina; asportare sempre le foglie malate per non diffondere le spore e quindi la malattia stessa.

RUGGINE: è un fungo favorito dalle alte temperature estive che si manifesta con pustole color arancio sul dorso delle foglie. Le foglie colpite ingialliscono e cadono, le piante colpite assumono un aspetto malato e sofferente.

Prevenzione: trattare con Pasta Caffaro.

Cura: trattare con DELAN WG o con ossicarbossina, (ripetere dopo 6 giorni) nelle ore fresche della mattina; asportare le foglie cadute.

INSETTI

AFIDI: compaiono in primavera sui germogli. I piccoli insetti verdi o brunastri pungono con l’apparato boccale e succhiano la linfa provocando deformazione delle foglie e dei boccioli.

Cura: trattare con un prodotto a base di piretro naturale tipo KENYATOX VERDE che non uccide tutti gli afidi, ma li tiene sotto controllo e non è dannoso per gli insetti utili. Trattare nelle ore fresche, sull’imbrunire.

TENTREDINI: si tratta di larve di imenotteri (piccole vespe) che, a seconda della specie, provocano danni alle foglie o scavano gallerie nei germogli. La femmina depone le uova in primavera, causando la comparsa di una ferita verticale nero-brunastra sotto l’apice dei germogli.

Cura: tagliare subito i germogli con segni di ovature e bruciare i rami al più presto. Qualora non si riesca a fermare il ciclo  dell’insetto e compaiano i bruchi, trattare con KENYATOX VERDE.

COCCINIGLIE: per debellare questi insetti bisogna fare il trattamento invernale con OLIO BIANCO ed insetticida. In estate non è consigliabile trattare con olio bianco, che ustionerebbe le foglie. Buoni risultati ha dato l’uso dell’insetticida CONFIDOR della Bayer.

ACARI: sono microscopici ragnetti la cui proliferazione è favorita dalle alte temperature. Le foglie colpite si presentano decolorate, di aspetto rugginoso e ocraceo sulla pagina superiore.

Cura: trattare con un prodotto specifico. La maggior parte degli acarici sono tossici per le rose, a parte quelli a base del principio attivo dicofol. Ripetere il trattamento dopo 10 giorni.

st134pastry-chef-postersEccomi qua! A trasmettervi alcuni piatti allegri e profumati, che rinnovano il contatto e l’amicizia tra l’uomo e la natura. Finto l’inverno, con il freddo e le abbondanti nevicate, è come tirare un respiro di sollievo. Quasi un ricominciare: uscire dalle case e riprendere il contatto con i luoghi benedetti dal sole è veramente una cosa piacevole.

Suggerirei alcune ricette che nel tempo si sono, forse, un po’ dimenticate.

 

 

Insalatina Primaverile

Dosi per quattro persone: 400 g di insalatina fresca dell’orto, 50 g di tonno sott’olio, 3 cipollotti affettati sottili, 2 uova sode, olio, aceto, sale.

L’insieme di questi ingredienti formano un piatto allegro e piacevole al palato.

Frittata con le erbette dei campi di Pomaro

Cottura: 25 minuti

Dosi per quattro persone: un mazzetto di erbette degli orti di Pomaro, quattro uova, sale, burro, olio, una manciata di parmigiano grattugiato.

Tritare finemente un mazzetto di erbette, sbattere bene con la forchetta le quattro uova intere, salare, unire una manciata di parmigiano grattugiato e le erbette. Versare il tutto in una padella su fuoco vivo, ove stanno friggendo un po’ di burro e olio. Tenere continuamente in agitazione la padella, poi sollevare tutt’intorno i bordi della frittata. Quando sembra cotta, girare la frittata con un piatto largo quanto il fondo della padella, poi rimettere sul fuoco, aggiungendo un po’ di burro e olio. Quando è cotta, rigirare la frittata e portare caldissima in tavola.

Torta di riso e spinaci pu’mareis

Cottura in forno: 20 minuti

Dosi per quattro persone: 200 g di riso, 50 g di burro, 500 g di spinaci, mezza cipolla, olio, burro, 3 uova, parmigiano.

Far cuocere 2 etti di riso in acqua salata, scolare e condire con mezzo etto di burro. A parte, far bollire mezzo kg di spinaci, scolarli bene e poi tritarli. Mettere in una padella mezza cipolla affettata con olio e burro; aggiungere il riso e gli spinaci e farli rosolare. Togliere il tutto dal fuoco, aggiungere 3 uova, una abbondata manciata di formaggio parmigiano e una noce di burro. Quando il tutto è ben amalgamato, versare in una teglia imburrata e mettere in forno. Ottimo anche servito freddo.

Panna cotta alla pomarese

Cottura: 15 minuti       Attesa in frigo: 12 ore

Dosi per 6 persone: 500 g di fior di panna, 200 g di

zucchero vanigliato, 2 fogli e mezzo di colla di pesce, 50 g di latte, un bicchierino di Rum, fragoline.

Porre la panna e lo zucchero in una casseruola. Metterla sul fuoco e rimestare fino a che lo zucchero non si è completamente sciolto (questo avviene quando la panna ha quasi raggiunto l’ebollizione). Togliere dal fuoco; a parte far sciogliere, in pochi cucchiai di latte caldo, la colla di pesce e aggiungerla alla panna. Per aromatizzare, versare un bicchierino di rum. Rimestare bene il tutto, poi vuotarlo dentro stampini a forma di bicchiere. Far riposare in frigorifero e servire con fragoline.

Luisella Rota

Dalia

Dalia

 

È arrivata la primavera, e con lei la natura si risveglia. È questo il momento in cui vanne ripulite le aiuole e potate le piante, per prepararle alla nuova fioritura. Marzo è il mese ideale per seminare le piante perenni e annuali, per poi goderne pienamente nella stagione estiva. Alcune piante si possono già seminare in piena terra, per altre è il caso di fornirsi di semenzai, da tenere in luogo luminoso, tiepido e umido; le nuove piantine andranno, a seconda dei casi, rinvasate in contenitori singoli oppure poste subito a dimora. Ormai ogni pericolo di gelata è passato, quindi si può cominciare a preparare anche il prato, seminandone uno nuovo oppure aggiungendo semi per infoltire quello già esistente. Alcuni dei fiori seminabili in Marzo: Tagete, Dalia,Verbena, Bella di notte, Papavero, Salvia splendens, Petunia, Primula, Bocca di leone, Nasturzio, Portulaca.

Ma occupiamoci nel dettaglio di uno dei fiori tipici di questo mese.

La DALIA

Hanno radici tuberiformi oblunghe, fusto eretto, spesso legnoso alla base, di altezza variabile tra i 20 cm e i 2 m, foglie grandi composte, formate da 3-5 foglioline dentate, fiori semplici o doppi molto decorativi di forma e colori vari. Per la lunga e copiosa fioritura è molto utilizzata come pianta ornamentale nei giardini, in vaso sui terrazzi e industrialmente per la produzione del fiore reciso. Le varietà maggiormente coltivate derivano principalmente dalla D. variabilis e dalla D. juarezi, e, in base ad alcuni parametri, sono convenzionalmente suddivise in gruppi omogenei:

Coltivazione

Crescono in quasi tutti i climi e nella maggior parte dei terreni in posizione calda soleggiata e ben areata.

Terreno

Predilige un terreno profondo e ben drenato. Se è eccessivamente compatto, scioglierlo miscelando una buona quantità di sabbia. Se è troppo sabbioso o friabile, modificarlo con aggiunta di argilla, letame o torba. È buona regola preparare il terreno già prima dell’inverno, come si fa per l’orto, lavorandolo a una buona profondità e somministrando un’abbondante concimazione di tipo organico (letame ben maturo o letame confezionato). Non bisogna eccedere nella concimazione con prodotti azotati, cioè a base di stallatico, perché l’azoto provoca un grande sviluppo vegetativo a scapito di un’abbondante fioritura. Integrare quindi con concimi fosfo-potassici.

Semina

La distanza tra una pianta e l’altra varia in relazione alla diversa vigoria delle varietà in coltivazione:

– per le nane o nanissime da 30 a 40 cm;

– per quelle a portamento medio da 50 a 70 cm;

– per quelle più alte e vigorose da 100 a 150 cm.

I tuberi delle dalie si piantano a dimora all’aperto tra fine marzo e fine maggio a seconda della zona climatica, in ogni caso quando sia cessato il pericolo di gelate. Le piantine ottenute per seme o per talea, vanno interrate solo quando il pericolo di basse temperature, che potrebbero danneggiarle, sia scagionato. Se il terreno è già stato lavorato in precedenza, scavare una piccola fossa e interrare il tubero in modo che l’apice risulti coperto da 4 o 5 cm di terra. Se ha già iniziato a vegetare, i germogli più lunghi vanno lasciati affiorare. Se il terreno non è stato preparato preventivamente, scavare una buca profonda 40 o 50 cm, per poter interrare il concime alla giusta profondità e ricoprirlo con terra soffice, perché le radici non posino direttamente sul primo. Pressare il terriccio attorno al tubero o alla piantina e annaffiare copiosamente. Nello stesso momento dell’impianto interrare un tutore di canna, di altezza e forza adeguata al futuro sviluppo della pianta, facendo attenzione di stare a una certa distanza dalle radici per non lesionarle.

Potatura

Dalle radici avranno origine numerosi germogli assai vigorosi, altri più esili. Per rinforzare il cespuglio lasciate solo due o tre dei germogli più robusti. Quando i singoli steli avranno raggiunto un’altezza di 20 o 30 cm e avranno emesso 6 o 8 foglie, cimare asportando l’apice dei germogli al di sopra dell’ultima coppia di foglie: dalle gemme, alla base delle foglie rimaste, si formeranno nuovi germogli robusti e vigorosi che formeranno lo scheletro della futura pianta. Questa cimatura, utilissima, è consigliabile per tutte le varietà di dalie, nane o giganti che siano, per favorire la formazione di cespi ben formati e ramificati dal basso. La sbocciolatura è un’altra operazione utile per ottenere fiori più grandi e di bella forma, portati su steli alti e dritti.